Reggio, negli Sprar si costruiscono schermi protettivi per gli operatori sanitari del carcere di Arghillà

sprar schermi protettiviL'Associazione Coopisa, ente gestore di diversi centri di accoglienza per rifugiati politici, SPRAR/SIPROIMI, ha deciso di dare il proprio contributo per l'emergenza COVID-19.

Operatori e beneficiari dei progetti, in questi giorni, stanno lavorando per realizzare mascherine e schermi di protezione in materiale plastico da donare agli operatori dell'Area Sanitaria della C.C. di Reggio Calabria, plesso di Arghillà. Le sedi di tali progettualità, da Sant'Alessio in Aspromonte a Melicuccà, da Campo Calabro a San Roberto e Laganadi, sono diventate veri e propri laboratori artigianali per la realizzazione di dispositivi di protezione individuale, quanto più confacenti alle necessità attuali degli utenti. Ogni nucleo familiare, sotto la guida di un operatore di accoglienza, sta producendo gli schermi che andranno a supportare l'attività quotidiana degli operatori sanitari.

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«Siamo coscienti che si tratti in questo momento di un atto poco più che simbolico – dichiara il presidente dell'Associazione Luigi De Filippis - vogliamo tuttavia esprimere la nostra vicinanza al personale impegnato in prima linea e a chi vive il dramma dell'isolamento sanitario, oltre quello forzato.

L'attuale situazione di emergenza sanitaria, che tutti siamo chiamati ad affrontare, ha fatto chiaramente comprendere l'importanza di porre in essere azioni e comportamenti improntati ai principi di solidarietà e aiuto reciproco, nell'assoluta consapevolezza che solo restando uniti, anche se a distanza, si riuscirà a superare questo momento così difficile per l'intera umanità e, perché no, a crescere e diventare comunità migliori e maggiormente responsabili».