“Ne abbiamo creati di mostri”: Gianni Bilardi in Senato diretto da Paolo Romeo

bilardigianni18aprdi Claudio Cordova - In aula viene definito il "ventriloquo" di Paolo Romeo. L'ex senatore Gianni Bilardi sarebbe stato un politico eterodiretto dall'avvocato ed ex parlamentare, considerato a capo della cupola massonica della 'ndrangheta. Il dato è emerso nell'ambito del maxiprocesso "Gotha", in cui Romeo è imputato. A far luce sul rapporto, che comprenderebbe anche Mimmo Tortorella, il "dentista della 'ndrangheta", è stato l'ispettore della Squadra Mobile di Reggio Calabria, Bruno Lo Giudice, che ha riferito sulle risultanze dell'inchiesta "Libro nero", con cui la Dda di Reggio Calabria ha colpito il potente casato dei Libri e i suoi coinvolgimenti politici e imprenditoriali, rappresentati dagli arresti del consigliere regionale Alessandro Nicolò e dei fratelli imprenditori Demetrio e Francesco Berna.

--banner--

Nell'ambito di quell'indagine, emerse il ruolo di Tortorella, adepto di Romeo e in rapporti tanto con la politica quanto con l'ala militare dei Libri e, in particolare, lo storico affiliato Stefano Sartiano. All'interno dello studio di Tortorella, la Squadra Mobile reggina capta quindi le conversazioni di natura politica che coinvolgono Bilardi.

Ora quei dati entrano anche nel processo "Gotha", in cui, oltre a Romeo sono imputati, tra gli altri, anche l'ex senatore Antonio Caridi e l'ex sottosegretario regionale Alberto Sarra, considerati dall'accusa alcuni degli strumenti politici attraverso cui la masso-'ndrangheta avrebbe penetrato i palazzi del potere.

Sollecitato dal pm antimafia Stefano Musolino, l'ispettore Lo Giudice ha parlato del rapporto strutturato tra Bilardi e Romeo. Dalle acquisizioni investigative emergerebbe come l'attività politica di Bilardi si sia conformata ai dettami di Romeo, che avrebbe orientato e talvolta creato gli interventi del senatore, concordando la linea politica da adottare, in un periodo peraltro delicato come quello che porterà Bilardi all'interno del Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano. A Romeo, l'allora senatore della Repubblica Bilardi si rivolgerebbe anche per sollecitare la pubblicazione dei comunicati stampa su giornali online evidentemente vicini all'ex deputato del PSDI.

Romeo condiziona quindi il pensiero di Bilardi, spiega l'ispettore Lo Giudice. E, ancora una volta, emergerebbe il ruolo baricentrico dell'avvocato Paolo Romeo, capace di creare o, comunque, di manovrare gli esponenti politici per infiltrare le istituzioni e condizionare la Cosa Pubblica. E, come per il caso dell'allora senatore Scilipoti (leggi qui), anche Bilardi avrebbe prestato il proprio ruolo per una delle grandi battaglie di Romeo, relativa all'area dello Stretto: "Glielo scendi col cucchiaino" dice Tortorella al maestro e mentore Romeo, riferendosi all'azione di indottrinamento nei confronti di Bilardi.

E i due, come spiega l'ispettore Lo Giudice, sono compiaciuti delle proprie capacità, tanto da dire, tra le risate: "Ne abbiamo creati di mostri".

Le intercettazioni sviscerate in aula al cospetto del Tribunale presieduto da Silvia Capone sono da collocare nel 2014, allorquando Bilardi informa Romeo e Tortorella sui risvolti politici in quel periodo in itinere, come, per esempio, l'avvicinamento tra il Nuovo Centrodestra e il Partito Democratico, manovra politica effettivamente avvenuta. Con Bilardi, Romeo parla anche delle ingerenze all'interno del centro commerciale la Perla dello Stretto, struttura in cui l'avvocato si sarebbe infiltrato, tramite l'apparente scudo di consulente legale, per condizionare poi tutto, a partire dalle assunzioni. "E' cosa nostra" dicono i conversanti.

Ma non mancherebbe il più "banale" accordo elettorale, con la capacità di Tortorella di muovere un importante elettorato mafioso che, nelle Regionali del 2014, sarebbe confluito sull'attuale consigliere regionale Giovanni Arruzzolo, sostenuto da Bilardi. E Tortorella, nel rastrellare consensi, si preoccupa di ottenere numeri importanti su Cannavò, notoriamente regno della cosca Libri, per lanciare un segnale, per lasciare una vera e propria firma sull'elezione del candidato prescelto.