Naccari a disposizione della cosca Libri. La longa manus su elezione e nomina di Irto?

naccari demetrio221218di Claudio Cordova - Già dal 2001 con l'imprenditore Vincenzo Carriago, vicino alla cosca Serraino, e poi nel 2010 con i Lampada di Milano, l'ex sindaco facente funzioni di Reggio Calabria ed ex assessore regionale al Bilancio, Demetrio Naccari Carlizzi, avrebbe dimostrato la propria predisposizione a chiedere il supporto elettorale alle cosche di 'Ndrangheta.

Per lui, però, non erano mai arrivate indagini.

Oggi, invece, Naccari è indagato a piede libero per concorso esterno in associazione mafiosa con la potente cosca Libri.

La carriera politica dell'indagato si lega a doppio filo alla famiglia Falcomatà, questi, infatti, è coniugato con Valeria Falcomatà, figlia dell'ex Sindaco della Città dello stretto, Italo Falcomatà, e sorella dell'attuale primo cittadino di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

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E Naccari avrebbe sfruttato le sue capacità politiche. In occasione delle competizioni elettorali per il rinnovo degli organismi elettivi delle istituzioni comunali e regionali, avrebbe chiesto e ricevuto, per sé e/o per i candidati da lui indicati, i voti raccolti dai rappresentanti delle cosche di 'ndrangheta nelle aree territoriali di rispettiva pertinenza; quale controprestazione, Naccari avrebbe assicurato la sua disponibilità per garantire ai rappresentanti di quelle articolazioni di 'ndrangheta l'aggiudicazione di appalti, la risoluzione di problematiche di vario genere presso la pubblica amministrazione, l'assunzione in enti pubblici o privati di affiliati o comunque di soggetti vicini al sodalizio, il conferimento di incarichi pubblici, l'inserimento in prestigiosi circuiti politico-relazionali idonei a rafforzare la capacità di influenza dei sodali, nonché l'appoggio politico in occasione di consultazioni elettorali.

L'indagine curata dai pm Stefano Musolino e Walter Ignazitto parlano di rapporto "privilegiato" che Naccari nel corso degli anni avrebbe avuto con il dentista Tortorella quest'ultimo ritenuto il trait d'union tra cosca Libri ed i rappresentanti delle istituzioni.

Le "doti" di Tortorella sarebbero state erano ben note a Naccari. In una conversazione del dicembre 2016 il dentista rievocava, un duro scontro avuto proprio con Naccari. Quest'ultimo, all'epoca Vicesindaco, temeva la vicinanza dell'Assessore Tortorella all'avvocato ed ex parlamentare Paolo Romeo, considerato a capo della cupola massonica della 'Ndrangheta. Da qui la richiesta di dimissioni da parte dell'indagato – "...mi dice Mimmo te ne devi andare, qua sai gli assessori non possono stare così e così, gli ho io detto Demetrio se mi dici così io me ne vado (...) ha detto che tu sei il braccio lungo di Paolo Romeo di stare attento che ci, che vi arrestano"; al rifiuto di Tortorella, il Vicesindaco lo aveva platealmente apostrofato come mafioso. La risposta del Tortorella è inquietante: "TORTORELLA: (...) mi ha detto sai come ragioni tu? Come a Riina (...) Sono scattato così gli ho detto hai fatto un errore (...) sai quel è la differenza tra me e Riina? Che Riina li squaglia, li squaglia nell'acido io me li porto a Cannavò, ho una "livara" li appendo là...".

Ma è nella seconda metà del 2014, ossia quando gli elettori della città di Reggio Calabria erano chiamati ad eleggere i loro rappresentanti presso il Comune ed il Consiglio Regionale, che arrivano le conversazioni più interessanti. A luglio un primo contatto tra Naccari e Tortorella finalizzato alla pianificazione della campagna elettorale: TORTORELLA: ... Demetrio, io domando sempre di te, sono la... io lo sai, quando tu mi chiami, io sono a disposizione NACCARI CARLIZZI: Ti ringrazio, no, in settimana entrante, se ci vediamo un attimo, perché...-, i due programmavano un successivo incontro per definire certi dettagli di cui era opportuno parlare riservatamente [TORTORELLA: Tu mi devi fare uno squillo Demetrio, per vederci cinque minuti da soli. NACCARI CARLIZZI: Esatto, io e te, non c'è...(inc.) ....

Tortorella in particolare, mostra tutta la sua disponibilità a sostenere la candidatura di Naccari avvalendosi di "vecchi amici" da chiamare: TORTORELLA: In modo tale, in modo tale che noi facciamo un programma io e te, a chi devo chiamare io dei vecchi amici, a chi devi chiamare tu, a chi devi fare... NACCARI CARLIZZI: Perfetto-.

Nella parte finale della conversazione Tortorella fa riferimento all'esigenza che il suo appoggio elettorale venisse successivamente ricompensato: "TORTORELLA: Io non ti dico che uno deve essere schiavo, deve essere coso, quando uno non è riconoscente... (...) Del bene che gli hanno fatto gli altri, allora, essere riconoscente del bene che hanno fatto gli altri, non vuol dire essere schiavo... NACCARI CARLIZZI:Certo. TORTORELLA: Ma in certe occasioni, uno se può, gli da una mano, e deve essere accanto all'amico che ti ha... che ti ha aiutato o che ti ha... o che ti ha fatto... NACCARI CARLIZZI: Che ritieni amico, quello che ritieni...".

Nei mesi successivi, quindi, Tortorella si prodiga per fare incetta di voti in favore dei "suoi" candidati: Alessandro Nicolò e Demetrio Naccari. Naccari, però, non parteciperà, in qualità di candidato, alle elezioni regionali del 2014. Tant'è vero che Tortorella nella conversazione del 13.11.2014 dichiara di sponsorizzare la candidatura di Nicola Irto, perché "portato" da Naccari: [SARTIANO: (...) a NACCARI non lo hai sentito niente, no? TORTORELLA: L'ho sentito che porta a Nicola IRTO, mi ha detto che mi chiamava].

Nel corso degli anni, dunque, vi sarebbe stata certa disponibilità di Tortorella nell'appoggiare la candidatura di Naccari, anche con riferimento alle elezioni regionali del 2010 all'esito delle quali il Naccari, però, non riuscì ad essere eletto. Soltanto nell'anno 2013, questi ricoprirà il seggio al Consiglio Regionale subentrando ad altro consigliere dimissionario.

E Naccari non avrebbe affatto disdegnato la vicinanza del dentista accoscato ai Libri.

Ancora, nel corso delle competizioni elettorali comunali Tortorella viene "tagliato fuori" dal comitato elettorale in favore del candidato a Sindaco, Giuseppe Falcomatà. E Tortorella è certo che dietro la sua estromissione ci fosse una precisa scelta di Rosetta Neto, madre di Falcomatà e suocera di Demetrio Naccari Carlizzi. Il 16 settembre 2014, Tortorella si sfogava con Paolo Romeo, il dentista spiegava all'eminenza grigia che nessuno dell'entourage del Falcomatà si era messo in contatto con lui, soltanto per le elezioni primarie vi era stato un contatto con la Neto, ma poi nulla. Medesimo concetto veniva ribadito nel corso di un'altra conversazione, sempre del settembre 2014: ...si alza Rosetta e dice, aveva ragione Mimmo Tortorella, abbiamo sbagliato così, così e così, perciò...a me che mi dici che ho ragione me ne fotto tre cazzi, però questo si presuppone che ha un buon giudizio di te e che...io la incontro, che fa si candida, bene, fammi sapere, tu sai che a me non mi hanno chiamato, a me a tutt'oggi non mi hanno chiamato, mi incontra...perché io la incontro, loro abitano qua...(inc.)...li incontro se non ti dico tutti i giorni, un giorno si e un giorno no, e quando...(inc.)... lei non mi ha mai detto a me c'è Giuseppe, e tu che pensi che vengo io? (...) Anche perché la verità qual è...che non è Giuseppe, è sua mamma che da le carte, se tu vai alla segreteria di Giuseppe, vedi a sua mamma che da le carte...".

Se Tortorella ritiene che l'artefice della sua esclusione sia la suocera di Naccari, ciò non toglie che vi saranno contatti e cointeressenze con Naccari in occasione delle competizioni elettorali dell'autunno del 2014. La ragione dell'esclusione Tortorella la comprende benissimo e la spiega al suo interlocutore: "TORTORELLA: "Si ma ti voglio dire, mi ha chiamato sempre pure per faccia lavata, niente. O si spaventano che li inquiniamo il coso o non lo so il perché, Paolo, anche perché è strano...come?" ... TORTORELLA: Ma perché secondo me pensano che... TOSCANO:... pensano che c'è... TORTORELLA: ...inquiniamo invece TOSCANO: Ma che non ci rompano le palle! TORTORELLA: E' l'unica spiegazione Serena, fino ad avantieri mi hanno detto... (...) Ma secondo me pensano questo, cioè l'unica spiegazione è questa che non pensino... TOSCANO: Eh ma voglio dire su che cosa possono pensare non c'è un inchiesta, non c'è niente TORTORELLA: Serena no...ma sono convinti che io sono... TOSCANO: Ma voglio dire non c'è una inchiesta, non c'è niente. TORTORELLA: Si ma loro sono convinti che io sono chissà chi. TOSCANO: Che non pensino per Paolo...(inc.)... TORTORELLA: Ma per Paolo può essere pure, può essere pure che pensano che sono amico di Paolo qua e là, perché chissà che pensano, tieni conto che sono...(inc.)... però... (...) Ma non solo, cioè qui il problema è, è fatto di mafia, non c'è il problema il fatto di coso... il fatto di mafia Serena, voglio dire a me non mi possono dire...".

I contatti con Naccari, tuttavia, continuano.

Tortorella rappresenta che il potere politico di Naccari era tale da aver determinato l'arricchimento di molte persone, proprio in ragione di ciò il dentista si doleva di aver chiesto troppo poco, quasi niente, a a Naccaripur apprezzando che il predetto gli avesse fatto ottenere la nomina a Commissario del Consorzio del Bergamotto di Reggio Calabria. Concluse le elezioni comunali con la vittoria del cognato dell'indagato, neo Sindaco della città di Reggio Calabria, il duo Tortorella-Sartiano pianifica di contattare l'indagato per alcune assunzioni, ritenendo evidentemente Naccari un soggetto avvicinabile. I due si ripromettevano di fare leva sui buoni rapporti tra l'indagato ed il cognato Giuseppe Falcomatà così da ottenere delle assunzioni presso l'ente comunale non per i familiari, ma "a livello di amici".

Di un rapporto privilegiato con Naccari, Tortorella ne parla, altresì, nel corso di una conversazione il 30 aprile 2015 rammentando una sua interlocuzione con l'ex sindaco Giuseppe Scopelliti, allorquando si era lamentato con quest'ultimo per avergli revocato la nomina a Commissario del Consorzio per il Bergamotto. Tortorella aveva rappresentato a Scopelliti di avere un debito di riconoscenza nei confronti di Naccari, che aveva fatto assumere negli uffici comunali il proprio fratello "... ti ho detto, io non ti voto perché io... c'è Demetrio Naccari e siccome Demetrio Naccari ha fatto entrare mio fratello io non ti posso votare...".

Negli uomini della cosca Libri – Tortorella e Sartiano – era forte la convinzione di poter contare su Naccari. In una conversazione Sartiano rappresenta a Tortorella che erano sorte delle difficoltà per l'affidamento alla sua impresa edile di una lucrosa commessa, relativa a lavori di ristrutturazione di uno stabile di proprietà (pro quota) di un istituto di credito e della Regione Calabria. Sartiano in pratica racconta al dentista che il funzionario regionale preposto nonostante avesse dapprima dato la propria disponibilità, aveva all'ultimo momento optato per una decisione di segno contrario, ciò comportò per il sodale lo stallo della lucrosa commessa. Per ottenere quanto pretendeva, Sartiano riferisce di aver interessato Pasquale Repaci, da questi aveva appreso che uno dei dirigenti regionali preposti alla gestione del patrimonio edilizio, che aveva ottenuto l'incarico grazie a Demetrio Naccari Carlizzi. Sartiano chiede, pertanto, a Tortorella di sollecitare l'intervento dell'indagato, per ottenere da lui una provvidenziale raccomandazione presso il dirigente. Tortorella decide di coinvolgere Naccari, si offre di incontrarlo così da fare in modo che l'ente pubblico si accodasse alle determinazioni dell'istituto bancario (comproprietario dell'immobile e che aveva già dato la propria disponibilità in favore della ditta del Sartiano), scegliendo la sua impresa per l'aggiudicazione dell'appalto. Siamo nel febbraio 2015 e Tortorella rassicura Sartiano sul fatto di aver ottenuto, in un incontro, la disponibilità da Naccari circa un suo intervento presso il dirigente regionale.

Addirittura, il 9 marzo, i due uomini della cosca Libri incontrano Naccari nella sua abitazione. Un comportamento simile a quello che, molti anni addietro, il suocero di Naccari, Italo Falcomatà, assunse, ricevendo in casa propria l'imprenditore mafioso Matteo Alampi. Nel corso della conversazione viene registrata "in remoto" un'interlocuzione tra Nacari, Sartiano e Tortorella. Sartiano riferisce che in caso di difficoltà avrebbero potuto creare i presupposti per giungere ad un rinvio della riunione ed anzi informava i presenti che in previsione di ciò aveva già provveduto a bloccare l'incaricato della Banca che doveva venire da Napoli. Il dirigente regionale risponde alla telefonata, l'indagato chiede di incontrarlo e il dirigente prima di chiudere il telefono chiede a Naccari novità sulla sua pratica di assegnazione in posizione di comando presso il Comune di Reggio Calabria. Naccari e il dirigente si incontrano a Piazza Castello e in diretta, Naccari chiama il fidato Stefano Viola, dipendente del Consiglio Regionale della Calabria distaccato presso la Segreteria Generale del Comune di Reggio Calabria chiedendogli di seguire personalmente e con attenzione l'iter della richiesta di assegnazione presso il Comune di Reggio Calabria del dirigente. Così, quindi, Naccari sarebbe intervenuto presso l'istituzione regionale per sollecitare l'affidamento in favore di Sartiano del tanto agognato (e remunerato) appalto, con il trasferimento "a comando" del dirigente amico.

La conversazione dimostrerebbe che Naccari arebbe adempiuto a quanto richiestogli dal duo Tortorella-Sartiano. E i due accoscati, nel corso di ulteriori captazioni, dimostrano come ritenessero il politico un uomo a cui potersi rivolgere tutte le volte in cui fosse necessario ottenere dei favori. In tal senso andrebbero interpretate le conversazioni intercorse tra il maggio ed il settembre del 2016 nel corso delle quali i due si auspicavano la nomina dell'indagato ad Assessore così "... che ci metta in qualche parte, là nel bergamotto, commissa... commissario al bergamotto e che ci metta là dentro ..."

Enorme la stima di Tortorella che affermava che l'unico politico di valore era Naccari e che la nomina di Nicola Irto a Presidente del Consiglio Regionale della Calabria era opera di Naccari. I sodali dei Libri avrebbero ritenuto Naccari un politico affidabile che non li avrebbe mai abbandonati, ovvero come l'uomo giusto per "sistemare" all'interno della Pubblica Amministrazione il figlio di Tortorella.