Sebi Romeo è (stato?) indagato dalla Dda di Reggio Calabria

romeosebi ildispaccio 28mardi Claudio Cordova - Che fine ha fatto o che fine farà quell'iscrizione nel registro degli indagati, al momento, non è dato sapere. Ciò che emerge dalle centinaia di pagine depositate dal procuratore aggiunto di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo, è però inequivocabile: almeno nel 2015, il capogruppo del Partito Democratico in Consiglio Regionale, Sebi Romeo, è stato intercettato – sulla propria utenza telefonica – dalla Dda di Reggio Calabria. Un elemento significativo del fatto che il politico, tessitore delle trame (in senso sartoriale) della politica calabrese, fosse sottoposto a indagine da parte dell'Antimafia reggina.

Lombardo ha depositato alcune conversazioni nell'ambito del maxiprocesso "Gotha", che vede alla sbarra la masso-'ndrangheta reggina, l'associazione segreta – retta dagli avvocati Paolo Romeo e Giorgio De Stefano – che avrebbe condizionato la vita politica, economica e sociale di Reggio Calabria e dintorni, almeno dai primi anni 2000. Si tratta di materiale di indagine raccolto dal Raggruppamento operativo speciale dei Carabinieri e che consta – tra le altre cose – anche delle dichiarazioni rese dal presidente del Parco Nazionale d'Aspromonte, Giuseppe Bombino, di cui Il Dispaccio ha dato conto alcuni giorni fa.

E proprio di Aspromonte si parla, nelle conversazioni che riguardano Romeo.

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L'esponente Pd parla con uno dei "suoi" uomini: il sindaco di Santo Stefano d'Aspromonte - nipote del boss defunto Rocco Musolino - Francesco Malara, in quel periodo appena eletto alla carica di primo cittadino. Un avvio di consiliatura burrascoso, quello di Malara (attualmente indagato per le vicende che hanno portato all'arresto del presidente dell'ACI di Reggio Calabria, Santo Alfonso Martorano): subito dopo il voto, infatti, tre consiglieri di opposizione – che farebbero riferimento all'altro uomo forte di Santo Stefano d'Aspromonte, l'attuale deputato Francesco Cannizzaro – si dimettono.

Di questo parlano, il 20 ottobre 2015 (42 giorni dopo le dimissioni) Sebi Romeo e Francesco Malara. E il telefono intercettato è quello di Romeo.

Nel corso del dialogo, Romeo – riportando a Malara le osservazioni mosse a Cannizzaro circa il fatto che «lì (aSanto Stefano in Aspromonte – ndr.) la minoranza si è dimessa, è stato fatto un grande casino» - riferisce alproprio interlocutore di aver parlato il giorno prima con il collega Cannizzaro – in quel periodo consigliere regionale di Forza Italia - e invita Malara a riflettere sulla possibilitàdi un incontro chiarificatore con Cannizzaro che, peraltro,aveva manifestato a Romeo la volontà di collaborare «suSanto Stefano», ammettendogli al contempo che «forse mi sono fatto prendere la mano».

Conversazioni che lasciano presagire una certa convergenza – a dispetto delle apparenti bandiere politiche – per la gestione di Santo Stefano d'Aspromonte, come sostenuto nelle proprie dichiarazioni all'autorità giudiziaria da Bombino. Conversazioni che il procuratore Lombardo ha ritenuto di poter rendere di fatto pubbliche - essendo a disposizione di oltre una cinquantina di avvocati - evidentemente cosciente che tale discovery non dovrebbe pregiudicare in alcun senso le indagini partite nel 2009 (come si evince dal numero di registro delle conversazioni intercettate) e proseguite (almeno) fino al 2015.