Reggina: un allenatore non basta per il salto di qualità

reggina-calciologodi Paolo Ficara - Il mese delle scelte. Non si dovrebbe andare molto oltre l'inizio di giugno, per stabilire il nuovo allenatore della Reggina. Il ds Massimo Taibi incontrerà Pierpaolo Bisoli, probabilmente per la prima volta dopo averne sondato telefonicamente la disponibilità. Poi terrà l'ennesimo summit con Mimmo Toscano. Salvo nuove idee dell'ultim'ora, non si esce da questa ristretta cerchia. Queste le notizie. Poi ci sono le considerazioni.

Se la Reggina vuole passare dal settimo posto (sesto, senza penalizzazione) direttamente al vertice della categoria, deve capire che oltre all'allenatore bisogna cambiare ben altro. Intanto c'è da colmare un gap con due organici sottovalutati: il Monopoli ce l'abbiamo ancora negli occhi, mentre della Virtus Francavilla possiamo citare l'intero pacchetto difensivo, l'esterno sinistro Nunzella, il possente e rapido interno Folorunsho ed il centravanti Sarao come elementi assenti (per caratteristiche e qualità) tra le fila amaranto. Del Potenza abbiamo apprezzato soprattutto la solidità e la capacità di impostare dei difensori, ossia i nostri ex Giosa ed Emerson.

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Mettersi al pari con le rivelazioni del campionato, sarebbe già un passo in avanti. Se si vuole competere per il vertice, occorre riconoscere come serva uno sforzo maggiore. Il Catania è arrivato quarto, pur avendo inserito a gennaio gente come Sarno e Di Piazza, entrambi reduci da campionati vittoriosi nel girone C. Normale che la dirigenza venga incoraggiata e sostenuta nel momento in cui, rinunciando a Cevoli, si rivolge a tecnici già affermatissimi in categoria. Ma il manico non basta. Il campo ha parlato chiaro: al cospetto dei più forti attaccanti del girone, la difesa della Reggina ha imbarcato. Quattro pere al "Granillo" contro il Catanzaro, altrettante a Catania nel playoff.

Troppa differenza, specie in termini di passo.

Oggi non va scelto l'allenatore solo in base al suo passato. Nel momento in cui Toscano e Bisoli hanno portato in Serie B le proprie squadre, disponevano di organici funzionali al proprio modo di intendere il calcio. Le rispettive filosofie sono completamente diverse. Non ci riferiamo al modulo. Prima di mettere la penna in mano a uno dei due, la Reggina deve avere ben chiaro quanto e cosa deve modificare (o stravolgere) in termini di squadra.

In buona sostanza: trovare un tecnico che riesca ad acchiappare il plotone delle prime tre o quattro battistrada, senza stravolgere l'organico e considerando la presenza di Avellino, Bari e Foggia, è una grossa scommessa. In difesa va inserito almeno un elemento rapido, per non parlare della capacità di impostare. Se pensiamo alle fasce, oltre ad un discreto Kirwan c'è il nulla. In mezzo al campo c'è sicuramente più affidabilità considerando Salandria (come titolare inamovibile) e Zibert, ma bisogna individuare elementi utili sia a far arrivare con più qualità palloni in avanti, sia a non andare in difficoltà sul piano dei centimetri. I ragionamenti nel reparto avanzato dipenderanno dal posizionamento in campo dei vari Bellomo, Doumbia e Strambelli: di sicuro, anche in avanti manca un colpitore di testa. In base al gioco dell'allenatore, si stabilirà se serve uno che faccia salire la squadra e che crei spazi. Oppure se è meglio l'Aglietti della situazione, ossia uno stoccatore principe: ma in quel caso, gli andrebbe messa intorno altro tipo di gente.

Inizia il mese di giugno. Significa che tra un mese esatto, comincerà il calciomercato. La triade Gianni-Taibi-Russo dovrà essere infallibile, per soddisfare l'intenzione di primeggiare del Presidente Gallo. Un campionato di avvicinamento alle battistrada, non andrebbe comunque disdegnato. Siamo la Reggina: tutti vogliamo vincere, ma senza ripetere gli errori del passato.